L’AIS di LODI è lieta di invitarVi ad una serata speciale che si terrà giovedì 12 marzo, si tratta di una occasione imperdibile per conoscere la produzione enologica della Regione Marche, realtà in grande ascesa per qualità e cultura vitivinicola.
Avremo modo di degustare, nelle sue svariate “dimensioni” i seguenti vini:
Lacrima di Morro d’Alba dell' Azienda Agraria GIUSTI PIERGIOVANNI http://www.lacrimagiusti.it/
Vino che si ottiene da un vitigno autoctono antico, il Lacrima, che veniva tradizionalmente maritato all'olmo e all'acero e si coltivava nelle ricche alberate che caratterizzavano le colline del territorio di produzione. Soltanto agli inizi degli anni ottanta alcuni produttori, convinti dell'opportunità di far conoscere il prodotto e di valorizzarlo, sostenuti dalla pubblica amministrazione, sono riusciti a ridare nuovo lustro a questo vitigno. Il nome Lacrima deriva dal fatto che la buccia dell'uva, quando arriva al punto di maturazione, si fende, lasciando gocciolare, lacrimare, il succo contenuto. La buccia dell'uva Lacrima ha tuttavia uno spessore notevole, il che, in fase di macerazione, fa sì che la cessione di antociani, tannini e sostanze coloranti, sia enorme. Il vitigno lacrima, in misura non inferiore all'85%, viene vinificato in presenza oppure con l'aggiunta di uve prodotte da altri vitigni a bacca nera, non aromatizzati, idonei alla coltivazione nella regione Marche, fino ad un massimo del 15% del totale. Produzione massima per ettaro: 130 q.li per il prodotto base e passito; 100 q.li per il superiore Resa massima dell'uva in vino: 70% (per la base e il superiore); 45% (per il passito) Il vitigno Lacrima è estremamente versatile: si adatta bene alla vinificazione classica per la produzione di normali vini da pasto, va benissimo in macerazione carbonica per ottenere un novello con fragranze sopra la media ed è stupendo per la vinificazione in passito.
Verdicchio dei Castelli di Jesi dell'Azienda agricola Vignamato http://www.vignamato.com/
Come ben riportato dal sito
Per avere la denominazione Verdicchio dei Castelli di Jesi il vino deve essere prodotto con una percentuale minima di Verdicchio dell'85%. Il restante 15% può essere utilizzato da vitigni malvasia toscana o trebbiano toscano.
Verdicchio dei Castelli di Jesi dell'Azienda agricola Vignamato http://www.vignamato.com/
Come ben riportato dal sito
http://www.guida-vino.com/it/verdicchio-dei-castelli-di-jesi.html
Quando si parla di Marche nel contesto viti-vinicolo si associa subito il vino Verdicchio dei Castelli di Jesi. La storia del Verdicchio dei castelli di Jesi è tuttavia caratterizzata da alti e bassi. A momenti di vigore negli anni '60, grazie all'enorme quantità esportata, hanno fatto seguito periodi di appannamento nel decennio successivo, dovuti soprattutto alla mancanza di qualità per la grande richiesta sul mercato. Ha preso poi nuovo vigore a partire dalla metà degli anni '80, grazie all'intuizione di alcune aziende che, studiando ed esaminando cloni di Verdicchio, sono riuscite ad estrarre un vino dall'enorme personalità e longevità, dando al Verdicchio dei Castelli di Jesi un'immagine duratura e consolidata nell'ambiente viti-vinicolo mondiale.Per avere la denominazione Verdicchio dei Castelli di Jesi il vino deve essere prodotto con una percentuale minima di Verdicchio dell'85%. Il restante 15% può essere utilizzato da vitigni malvasia toscana o trebbiano toscano.
.....che dire poi del nostro relatore Guido Invernizzi......insomma, una serata da non perdere!!!!
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